Rischio fame, alluvioni, siccità. I temi ambientali irrompono nell’agenda politica dei grandi, il G8 che si apre domani sulle rive del Baltico, segna un punto di svolta nella questione ambientale. Sempre più nettamente si contrappongono gli Usa e l’Europa sulle strade da percorrere per evitare gli scenari disegnati dagli scienziati delle Nazioni Unite che prevedono per il pianeta, nell’arco del secolo in corso, un aumento che oscilla intorno a tre gradi, con conseguenze pesantissime.
Stando alle previsioni degli scienziati entro il 2080 tra uno e tre miliardi di persone avranno sete, tra duecento e seicento milioni avranno fame, un terzo delle zone umide costiere scomparirà se il mare salirà di 36 centimetri. Ma non è detto che questi scenari si avverino. La specie umana ha ancora la possibilità di tirare il freno d’emergenza riducendo drasticamente e rapidamente le emissioni serra che derivano dall’uso dei combustibili fossili e dalla deforestazione.
(5 giugno 2007)